La vocazione: dono e iniziativa dell’Amore di Dio

Il titolo di questo breve articolo vuole essere soltanto una provocazione verso un modo di ragionare e di agire oggi molto diffuso anche tra i cristiani che in nome di una giustizia, concepita come un assoluto, impedisce, o addirittura nega, la vera libertà, quella di amare senza misura e con essa il vero amore che Cristo Gesù ha vissuto.

         Parlare di vocazione come dono di Dio ci costringe, infatti, ad abbandonare la logica del merito e del do ut des, per lasciarci sorprendere e colmare dalla gratuità dell’Amore di Dio che Gesù ci ha rivelato. Ma, senza sprecare troppe parole, basterebbe che proviate a chiedere ad un consacrato di parlarvi della sua esperienza di Dio e di cosa lo abbia spinto a scegliere di donare la sua vita a Lui, per cogliere subito come vi troviate dinanzi ad un mistero d’amore così grande, che quel povero uomo o donna che sia, non potrà che rispondervi con delle parole o frasi simili a questa: «mi sono sentito profondamente amato da Lui». e ciò non perché consideri l’amore di Dio un fatto scontato, ma perché si riconosce raggiunto da un amore infinito e immeritato di cui egli è stato fatto oggetto. Ma non finisce qui, poiché se, non essendo ancora soddisfatti, provate a domandare: «ti sei chiesto come mai proprio a te?» vi dovrete accontentare di una risposta alquanto deludente come «non lo so!» o «non l’ho mai capito!».

         San Francesco ha voluto provare a rispondere a questo interrogativo postogli da frate Masseo e non ha trovato parole migliori di queste: «perché il Signore non ha trovato sulla terra un peccatore più grande di me». Queste parole di Francesco lasciano ben comprendere certamente la sua profonda umiltà, ma soprattutto l’infinita misericordia che Dio gli ha usato, e ci aiutano a capire come il Dio che egli ha incontrato ragiona e fa le sue scelte non secondo criteri di giustizia o di merito, ma di amore. L’amore, infatti, non si merita, ma è dono gratuito e liberamente offerto. Per questo chi è raggiunto da quest’amore sa bene di non meritarlo, e sa ancora meglio di non essere affatto speciale per ritenersene degno.

         Lasciarsi raggiungere dall’amore e dalla misericordia di Dio è l’esperienza più vera che ogni uomo possa fare di sé e di Dio, poiché nell’amore il mistero di Dio e quello dell’uomo si incontrano. Infatti, se è vero che nell’amore ricevuto Dio si fa come noi, è altrettanto vero che in quello donato e offerto noi possiamo farci come Lui. Ogni vocazione, pertanto, in quanto dono di amore ricevuto, è per l’uomo l’unica occasione di diventare santo come Dio è santo, cioè capace di amore, ed essere veramente beato, poiché in lui l’amore ricevuto, Dio stesso, porta frutto, in quanto si fa capacità di amore offerto, donato e condiviso con ogni fratello.

         Ogni vocazione è, dunque, il luogo privilegiato in cui il mistero dell’amore si fa carne e si fa storia, così come si è fatto carne e storia in Cristo Gesù, affinché la nostra storia parli di Dio e diventi sempre più «sacramento» del suo amore.   

 

Fra’ Antonio Parisi

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